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lunedì 13 dicembre 2010

I soprannomi nella storia del tango prima parte

Molti hanno familiarità con i soprannomi dei creatori del tango, ma non tutti conoscono ancora la loro vera origine. Ecco perché ho deciso di riproporre alcuni "apodos" non solo degli artisti più popolari, ma anche di coloro che sono ormai quasi sconosciuti e ne vale la pena per curiosità  menzionarli. Mentre circolano molte leggende e storie su di loro, alcune storie che qui presentiamo hanno la virtù di essere raccontate per bocca dei loro stessi amici o parenti, ecco perché sono maggiormente azzeccati.

Carlos Di Sarli: El Tuerto (Il Guercio)La storia risale a quando aveva solo 13 anni e si svolge nella sala d'armi del padre a Bahía Blanca. A un dipendente sfortunatamente maneggiando un'arma gli parti un colpo ferendo il piccolo Carlos. Il dipendente di nome Robert Bognoni, un uomo molto amato dalla famiglia, in preda alla disperazione lasciò il suo lavoro e la città. Il piccolo fu operato e gli inserirono una placca di platino. Gli fu consigliato di indossare occhiali scuri, cosa che sarebbe poi stata una caratteristica della sua immagine

Anibal Troilo: Pichuco
In un'intervista rilasciata a Julian Centeya,  Troilo afferma: "Il mio soprannome fu pensato prima del nome. Marcos mio fratello è stato il primo figlio e si era deciso che il secondo figlio mascio si sarebbe chiamato come mio padre, Anibal. Ma molto tempo prima già ero Pichuco, perché papà aveva un grande amico che si chiamava in quel modo e gli fece una promessa ... e così mi hanno detto che quando mi prese in braccio per la prima volta ho pianto e lui mi ha detto buono Pichuco ... buono".





Fonte: www.todotango.com

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