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giovedì 24 maggio 2012

La professione di "figurante" nel Tango


L'introduzione del microfono elettrico nel mezzo degli anni 20, ha determinato gradualmente la fine di una una strana professione, tanto necessaria, quanto fuorviante: il musicista figurante.

E 'stato il lavoro di "occupare un posto", fingendo di suonare uno strumento, che in realtà non si conosceva o si conosceva molto poco. Una sorta di mimo che impugnando un violino, stofinava le corde con un arco fatto di setole strappate in modo che non emettesse alcun suono. Se invece si trattava di un bandoneon si allentavano le viti della cassa arminica affinchè non suonasse. Si sentiva solo uno stanco e ansimante respiro per l'aria in entrata quando si apriva o chiudeva lo strumento. Tale respiro era coperto dalla musica di quelli che realmente suonavano.

La necessità di aumentare il numero dei musicisti si presentava soprattutto nei balli di carnevale, balli in cui il numero di musicisti era un argomento decisivo per attirare il pubblico.

La "massa" orchestrale importava o perché non c'era amplificazione, prima dell'invenzione del microfono, o perchè essa era precaria e la musica doveva in qualche modo superare il trambusto delle maschere carnevalesche. Sembrava quindi più rilevante il numero di musicisti coinvolti che la loro qualità. Annunciare "20 bandoneon sul palco!" risultava molto impressionante, ma poi si  scoprì che la maggior parte di loro faceva solo finta di suonare essendo semplici comparse ovvero "figurantes".

Questa simulazione è stata facilitata dalla distanza che separava i musicisti dai ballerini nei molteplici balli che si organizzavano nei più importanti teatri dell'epoca, tra cui il Colon, con l'orchestra sistemata sul palco ed i ballerini in platea o nelle enormi piste di alcuni club.
In ultima analisi, era una questione di budget: per quanto quadagnasse poco, un musicista era sempre più costoso di un figurante.

Alcuni esercitavano l'ufficio di tanto in tanto. Erano come comparse cinematografiche. Ma altri erano dei veri aspiranti musicisti. In molti casi già stavano studiando lo strumento, ma non erano ancora in grado di suonare. fare la comparse permetteva loro di guadagnare qualche pesos mentrecompletavano la loro preparazione, perché la fame non dava tregua. Questi erano gli unici che diventati musicisti professionisti uscivano dall'anonimato.

Tuttavia, nel 2005 mi ha raccontato Roberto Alvarez, direttore dell'Orq. Color Tango e primo bandoneon dell'orchestra di Osvaldo Pugliese, che per diventare un buon musicista di tango bisognava essere stato un figurante, in quanto in quei momenti il musicista inesperto poteva osservare i gesti, la postura, la fisicità dei grandi maestri per cercare di carpirne lo stile.


2 commenti:

  1. Grazie molto interessante! Mai avrei pensato potesse esistere questo "lavoro".

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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