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giovedì 2 febbraio 2017

El Tano Fiorentino... "El" cantor de orquesta


Fiorentino nasce a Buenos Aires, nel quartiere di San Telmo, il 25 settembre 1905 e muore in un incidente a Mendoza l'11 settembre 1953. E 'stato per 25 anni cantante professionista.
Si disse che era nato cantante d'orchestra, e forse era proprio così, perché precedentemente c'erano stati tanti cantanti (Charlo, Irusta, Roberto Diaz), ma nessuno di essi formava parte di un'orchestra. Ai tempi dell'estribillista il nome del cantate non veniva neanche stampato sull'etichetta del disco.....

Fiore aveva un fratello violinista
-Vicente- ed egli stesso era un fior di bandoneonista. Nel 1927 suonava il bandoneon nell'orchestra che Juan D 'Arienzo faceva esibire al "Chantecler" e, qualche volta, in particolari momenti della serata si esibiva cantando il ritornello.
L'anno successivo era in quella di Juan Carlos Cobian: con essa, l'11 luglio dello stesso anno ha registrato il tango Me querés, dello stesso Cobian.
A quel punto aveva già registrato con Francisco Canaro e di tanto in tanto con Roberto Firpo. Nella sua carriera ha fatto parte anche dell'orchestra di Julio Pollero, di quella di Pedro Maffia, della Tipica Victor e, naturalmente, di quella di suo fratello. Nel 1931 si avventurò a Berlino con Los Ases Tango, come bandoneonista ed estribillista, ma rientrò in patria frettolosamente dopo otto mesi molto duri sul piano economico, ma soprattutto per le tensioni sociali derivanti dai contrasti tra Adolf Hitler e gli oppressori della Repubblica di Weimar.
Tornato a Buenos Aires entrò
nell'orchestra di Roberto Zerrillo come cantor estribillista, successivamente si presentò come solista cantando con i poeti di Tango (Héctor María Artola, Miguel Nijenshon, Miguel Bonano, Antonio Rodio) e con Ricardo Malerba.

Siamo giunti al 1938. Entra in scena Aníbal Troilo, che non era stato in grado di sedurre Rodriguez Lesende, che a quel tempo era il cantante più gettonato, a cantare nella sua nuova orchestra, e lo chiama al suo fianco. Aveva 33 anni, l'età in cui Gardel aveva abbracciato definitivamente il tango come sua forma di espressione artistica. 
Alcuni dicono che il concetto di cantor de orquesta sia nato il giorno in cui Fiorentino ha cantato il suo primo tango con Troilo e Orlando Goñi. Catullo Castillo stigmatizzò quella triade memorabile in versi favolosi e ormai dimenticati: «Orlando Goñi te grita desde la bruma de un piano: / Vení, Francisco, que ahora sos vos el que paga el gasto. / Y vuelven horas lejanas y es el mismo Tibidabo / y está Pichuco en sus cosas y están hablando despacio / los duendes que hay en la noche cuando es Dios quien copa el mazo».
 
Fiore rimase con Troilo per cinque anni. E' già noto che Pichuco, dopo un disco iniziale (Come il faut- Tinta verde, 7 marzo 1938), tardò esattamente tre anni per tornare a uno studio di registrazione. Il 4 marzo 1941, Fiore registrò la prima versione di Yo soy el tango di 
Homero Exposito e Domingo Federico. Nel corso della sua epica esperienza con Troilo produsse altre opere memorabili: Tinta roja, Malena, Garúa, ma nessuna così profonda, così tango, come Pa 'Que Bailen Los Muchachos (Troilo e Cadicamo 16 aprile 1942). Mai il tango è stato espresso con tanta bravura da una voce che non apparteneva al tango, che non sembrava impregnata di tabacco e alcol, che, come per Alberto Gómez e Ignacio Corsini, sarebbe stata più adatta ad un coro celeste che a un cabaret. Chi sa che filtro miracoloso gli avevano dato da bere Goñi e Troilo a quel bandoneonista diventato cantante che è stato definito il miglior cantante d'orchestra. 

Dopo la parentesi troliana c'è veramente poco da raccontare. Emigrò con Piazzolla dai ranghi di Troilo e formò la propria orchestra diretta da quel Piazzolla che forse aveva troppa fretta di svincolarsi da Troilo. Durò poco, successivamente si unì a José Basso, con Alberto Mancione. Lo studioso Nicholas Lefcovich ha scritto: "Prima di Troilo, nulla; dopo Troilo, niente. Solo sessanta registrazioni con Pichuco gli hanno dato il diritto a far parte della  storia del nostro canzoniere porteño". "D'accord". 

Si dice che giorni prima dell'incidente, Fiore avesse detto ad un amico: "Gardel se ne è andato al momento giusto. Io, invece, ho perso il treno. " Né Gardel, nè Fiore conquistarono la fama con la sua morte. Quando sono morti erano già famosi, avevano già conquistato l'eternità tecnologica della voce registrata. Gardel è stato più sfortunato perché quasi non ha avuto il tempo di godere ascoltandosi nel disco.

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