cantante, chitarrista e compositore argentino
Nacque l’8 giugno del 1911 in Valentín Alsina , Buenos Aires, Argentina. Suo bisnonno materno, inglese, di nome Líonel, gli lasciò in eredità i capelli biondi ed il primo nome, il suo nome completo infatti era Leonel Edmundo Rivero.
Si formò nella musica classica, studiando canto e chitarra nel Conservatorio Nazionale del quartiere di Belgrano.
Visse la sua prima infanzia in paesi bonaerensi, suo padre era ferroviere e capostazione, fu allevato nel quartiere porteño dì Saavedra e successivamente nel quartiere di Belgrano.
Il poeta e paroliere di tango Cátulo Castillo lo definì qualche volta come "un personaggio Donchisciottesco nato nella pampa."
Edmundo Rivero Appoggiato e spinto da uno zio scapolo, musicista di tango, si dedicò alla sua infallibile "viola" (chitarra). Accompagnò film muti in un cinema del quartiere La Mosca, in Avellaneda, dove si proiettava il film Resaca.
Ad un certo punto del film il protagonista sfoderava una chitarra e Rivero doveva musicare la scena.
Un giorno si azzardò anche a cantare ma il pubblico reagì malamente, facendo un terribile strepitìo e pestando i piedi sul pavimento.
Il giorno dopo ripetè il numero ed il padrone del cinema lo licenziò davanti alla collera del pubblico, non abituato ad ascoltare voci durante i film.
Cantò nei locali della costa di Quilmes, (El Pasatiempo, El Zorzal, El Rancho Grande), dove la serata terminava quasi sempre con risse feroci.
Approdò con sua sorella Eva nelle radio o "broadcastings" di allora: radio Brusa, radio Buenos Aires...
Accompagnavano cantanti, ma in certe occasioni, cantavano anch’essi o suonavano musica spagnola, classica, greca o quel che capitava.
La sua carriera come cantante di tango incomincia con José de Caro e nel 1935 si unisce all'orchestra di Julio de Caro come cantante. Fece poi parte di altre orchestre, come quella di Horacio Salgán ed Aníbal Troilo, imponendo il suo registro di baritono e il suo inconfondibile “estilo aporteñado” (porteño).
Con Troilo incominciò cantando in una serata di ballo a “El Tigre”.
C'era tutto esaurito, ad un certo punto Pichuco gli disse:
"Ora tocca a lei, Rivero...”
Rivero cantò un tango e la gente incominciò a smettere di ballare ed ad avvicinarsi al palco. Alla fine non solo applaudivano, ma gridavano e tiravano cose per aria. Rivero cantò un altro pezzo e il pubblico reagì nello stesso modo ed ancora più esageratamente. Troilo annusò un pericolo e credette che il pubblico si stesse prendendo gioco della strana voce grave di Rivero. Allora, seduto col bandoneón, gli disse bisbigliando e tentando di non offenderlo:
"Guardi, Rivero, meglio che Lei scenda dal palco, perché mi sembra che le cose non vadano bene."
“ Ah… Lei dice ?"
"Ma non vede che le tirano addosso le cose?."
"Ah, ma a me nei balli mi applaudono sempre così."
"È sicuro, Rivero?."
Il cantante lo tranquillizzò e Troilo ricordò sempre quell'aneddoto.
Rivero dovette anche vincere l'antipatia di alcuni dei musicisti dell'orchestra che lo ostacolavano in modi anche puerili….. gli spegnevano il microfono, glielo inclinavano malamente o lo staccavano dal sostegno a giraffa, parlavano male alle sue spalle fino a consigliare al “Gordo” che lo licenziasse.
Troilo però non solo non dava retta alle meschinità, fu anche chi più di tutti seppe capire il vero talento dei cantanti ….. ormai si era innamorato per sempre di lui.
Alla fine degli anni quaranta era una delle voci più affermate del tango. Partecipò ai film El cielo en las manos (1949) e Al compás de tu mentira (1951).
Nel 1969 inaugurò il locale El Viejo Almacén che si convertì in uno dei principali centri tangueros porteños.
Tra la gran quantità di pezzi registrati da Edmundo Rivero risaltano:
Desde la cana
Amablemente
Línea 9
Para vos, hermano tango
Quién sino tú
Pobre rico
Malón de ausencia
A Buenos Aires
La toalla mojada
Cafetín de Buenos Aires
Confesión
Sur
El deschave
Tirate un lance.
Scrisse la sua autobiografia in un libro intitolato Una luz de almacén nel quale si lancia in una interessante difesa del lunfardo, infatti tra le altre cose fu membro dell'Accademia del Lunfardo.
Morì nella città di Buenos Aires, a 74 anni, il 18 gennaio del 1986.
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