Non era bravo, non era bello, non era simpatico. Era privo delle tipiche doti del ballerino e anche di tutte le altre. Non aveva fascino, fortuna o amicizie altolocate. Era però sincero come una schioppettata e genuino come lo champagne di Mendoza. Nunca subiò arriba del caballo, come si dice in Argentina, se non per conquistare Elvira una volta che la vide passare in tram. Si chiamava Virulazo (Fonte Marco Castellani, 1995)
A chi gli chiedeva un’impressione su Venezia, rispondeva: la Chacarita inundada (cimitero allagato).
Unico milonguero doc ad aver trionfato a Broadway e ad aver girato il mondo per 10 anni consecutivi con la compagnia Tango Argentino di Orezzoli e Segovia, Virulazo si trovava bene solo nella sua Buenos Aires, barrio di Mataderos, tra i pigolanti canarini che allevava o in giro per le milonghe. Andava spesso al Sin Rumbo perché gli era comodo.
Ha sempre ballato con Elvira: loro figlio, di cui nessuno ha mai saputo il nome, oppose sempre un’eroica resistenza ai genitori che lo pretendevano ballerino e milonguero, lui che magari si sentiva portato per una qualche disonorevole professione come quella dell’ingegnere o del medico.
Milongueros in ogni loro cellula, dopo la quotidiana recita di Tango Argentino, in qualsiasi città si trovassero, Virulazo e Elvira andavano finalmente a ballare, a volte con ancora addosso il costume di scena, come quella volta al Trottoirs de Paris.
Sul palcoscenico, Virulazo era una nave, un bastimento, un osservatorio astronomico: non concedeva nulla alla platea, eppure rubava lo spettacolo a fior di professionisti. Ballava Orgullo Criollo di Pedro Laurenz come se fosse a casa in pantofole, con passi semplici e una sola sequenza che si concludeva con un’ammiccante pacca sul sedere di Elvira: un gesto che mai si sarebbe sognato di fare, lui come nessun altro, se non per esigenze di copione.
Il suo contributo al Tango è stato determinante: come ogni altro milonguero, ha inventato, perfezionato e brevettato quasi tutti i passi che si usano oggi.
Il suo soprannome proviene da uno straccio di paglietta di ferro, commercialmente denominato Virulana, il cui energico sfregamento (virulazo) contribuisce per attrito al livellamento delle asperità del pavimento e al suo miglioramento igienico.
Virulazo è morto già da diversi anni: Elvira non ha ancora trovato la partner giusta per il figlio.
Unico milonguero doc ad aver trionfato a Broadway e ad aver girato il mondo per 10 anni consecutivi con la compagnia Tango Argentino di Orezzoli e Segovia, Virulazo si trovava bene solo nella sua Buenos Aires, barrio di Mataderos, tra i pigolanti canarini che allevava o in giro per le milonghe. Andava spesso al Sin Rumbo perché gli era comodo.
Ha sempre ballato con Elvira: loro figlio, di cui nessuno ha mai saputo il nome, oppose sempre un’eroica resistenza ai genitori che lo pretendevano ballerino e milonguero, lui che magari si sentiva portato per una qualche disonorevole professione come quella dell’ingegnere o del medico.
Milongueros in ogni loro cellula, dopo la quotidiana recita di Tango Argentino, in qualsiasi città si trovassero, Virulazo e Elvira andavano finalmente a ballare, a volte con ancora addosso il costume di scena, come quella volta al Trottoirs de Paris.
Sul palcoscenico, Virulazo era una nave, un bastimento, un osservatorio astronomico: non concedeva nulla alla platea, eppure rubava lo spettacolo a fior di professionisti. Ballava Orgullo Criollo di Pedro Laurenz come se fosse a casa in pantofole, con passi semplici e una sola sequenza che si concludeva con un’ammiccante pacca sul sedere di Elvira: un gesto che mai si sarebbe sognato di fare, lui come nessun altro, se non per esigenze di copione.
Il suo contributo al Tango è stato determinante: come ogni altro milonguero, ha inventato, perfezionato e brevettato quasi tutti i passi che si usano oggi.
Il suo soprannome proviene da uno straccio di paglietta di ferro, commercialmente denominato Virulana, il cui energico sfregamento (virulazo) contribuisce per attrito al livellamento delle asperità del pavimento e al suo miglioramento igienico.
Virulazo è morto già da diversi anni: Elvira non ha ancora trovato la partner giusta per il figlio.
CITAZIONI di Virulazo
"Rodolfo Valentino era un impertinente, non sapeva ballare."
"Tito Lusiardo un buon comico , ma come un ballerino, un pugno nell'occhio. Ma hey, era con Gardel, nessuno lo mette in dubbio!"
"Travolta. Un mariconazo. La stessa cosa che Michael Jackson. Queste cose non passano alla storia. Questa non è danza, la danza è Fred Astaire e Gene Kelly. "
"Travolta. Un mariconazo. La stessa cosa che Michael Jackson. Queste cose non passano alla storia. Questa non è danza, la danza è Fred Astaire e Gene Kelly. "
"Un ballerino di tango? Petroleo. Lo conoscono solo alcuni quelli che vanno in milonga."
"Il mio tango preferito è 'Berretín' di Pedro Laurenz. E per quanto riguarda le i testi delle canzoni 'El Motivo' di Pascual Contursi."
"Non ascolto la nuova musica Argentina. Sono ragazzi vuoti. Nel tango si troverà sempre qualcosa che rifletta la propria vita. Ma chi mai ha abbandonato la sua ragazza in un pozzo nero? Così dicono in una canzone questi ragazzi. Sarà che nessuno ha storie da raccontare.
Le persone che si alzano alle sei del mattino per lavorare tutto il giorno, non la bevono. A questa gente dovrebbe essere data l'arte che ha dato loro Gardel. Queste persone non si fanno commuovere dai quattro guachos che non lavorano e fumano tutto il giorno marijuana."
Le persone che si alzano alle sei del mattino per lavorare tutto il giorno, non la bevono. A questa gente dovrebbe essere data l'arte che ha dato loro Gardel. Queste persone non si fanno commuovere dai quattro guachos che non lavorano e fumano tutto il giorno marijuana."
"In politica non mi sono mai messo, ma ho sempre votato per la democrazia. In questo paese i militari e
i sacerdoti sono un cancro ... Ah, ho una fantasia che di morire ballando un tango ".
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